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L’alimentazione nel gatto norvegese: come curarla al meglio

L’alimentazione nel gatto norvegese: come curarla al meglio

Un gatto norvegese bianco che addenta del pesce crudo

Dalle origini molto antiche, il gatto norvegese delle foreste è noto per essere il compagno dei leggendari guerrieri Vichinghi, come abbiamo anche spiegato in questo articolo. La spiccata intelligenza e la naturale propensione alla caccia, lo rendevano adatto per le lunghe traversate in mare. Esemplare affascinante, socievole, imponente, robusto ma molto agile, necessita di un’alimentazione controllata e ben bilanciata per evitare di accumulare chili in eccesso, sviluppare problemi di infertilità e incorrere in alcune patologie potenzialmente pericolose per la vita come il diabete.

Cosa mangia il gatto norvegese delle foreste

Come qualsiasi animale di razza, anche il norvegese delle foreste ha esigenze particolari in fatto di alimentazione. La costituzione naturalmente resistente e possente va preservata con una dieta bilanciata e soprattutto proteica.

Il pesce magro apporta al gatto tutti i nutrienti necessari. Ricco di Omega 3, contrasta le infiammazioni intestinali, previene i disturbi autoimmuni, l’artrite, migliora il benessere del cuore, la salute degli occhi, della cute, delle articolazioni e mantiene il pelo morbido, lucido e fluente.

La carne bianca e le frattaglie di fegato e cuore sono alimenti indispensabili nella dieta, regalano notevoli benefici alle vie urinarie, ai denti e alle gengive. Riducono, inoltre, il rischio di malattie epatiche, patologie renali e diabete.

Ovviamente, non devono mancare fibre, verdure, frutta e probiotici evitando il più possibile i carboidrati. Questi ultimi, infatti, non vengono assimilati in maniera corretta dall’organismo e in quantità eccessive causano un pericoloso aumento di peso nonché lo sviluppo del diabete.

Il gatto norvegese delle foreste mangia, indistintamente, sia cibo umido che secco, purché di qualità e caratterizzato da elevate percentuali di proteine animali e solo il 10% di grassi.

Non è consigliata la somministrazione del riso, in quanto potrebbe provocare reazioni allergiche anche intense, disturbi intestinali e dermatiti. In caso di carenze alimentari, è possibile fornire al gatto degli integratori di sali minerali e di vitamine. Prescritti dal veterinario di fiducia, servono a ridurre il deficit di vitamine E, C, D e K o di calcio, fosforo, potassio, magnesio, manganese, sodio, ferro, rame, iodio, zinco e selenio. Si consiglia di rispettare le dosi raccomandate dall’esperto, in quanto un eccesso di nutrienti può causare disfunzioni organiche ma anche intossicazioni con conseguenze letali. Raccomandiamo caldamente la lettura di questo articolo, dove parliamo della dieta Grain Free per il vostro gatto.

Secco, umido o fresco: quale tipologia di cibo scegliere?

Il gatto norvegese delle foreste può ricevere un’alimentazione composta da:

cibo secco. Mangime croccante di diverse dimensioni, è completo ed equilibrato. La sua consistenza è utile per rimuovere il tartaro da denti e gengive durante la masticazione;

cibo umido. Contenuto all’interno di pratiche scatolette o bustine monoporzione, è molto appetibile per i gatti. Può essere completo oppure complementare. Tuttavia, è bene segnalare che la sola alimentazione a base di cibo umido non è appropriata per l’animale. Oltre ad aumentare l’odore dell’alito e delle feci, rende queste ultime particolarmente morbide;

cibo preparato in casa. Naturale e sano perché realizzato con ingredienti freschi e non lavorati artificialmente, offre notevoli benefici alla salute orale e digestiva del gatto, stuzzicando e soddisfacendo gli istinti predatori tipici dell’esemplare. È importante servire sempre pasti ben equilibrati e completi, prediligendo per il 60-80% la carne rossa o bianca (purché non macinata) e le frattaglie in quanto alimenti ricchi di nutrienti e amminoacidi quali taurina, arginina, lisina e cisteina. Le ossa di animali sani sono fonte di calcio e di molti altri minerali. Ottimi i piatti a base di salmone, sgombro, sardine o trota. Gli alimenti possono essere offerti sia cotti che crudi, non dimenticando di affiancare qualche verdura per un corretto apporto di fibre. Il cibo preparato in casa dovrebbe essere alternato a quello secco (i croccantini) per assicurare un corretto bilanciamento dei nutrienti.

Gli snack disponibili in commercio non devono rappresentare un’abitudine ma solo un premio per gratificare l’esemplare in caso di un comando eseguito alla perfezione (ad esempio, quando impara a fare i bisogni nella lettiera, a entrare nel trasportino senza fare troppi capricci o nel caso in cui evita di salire sui mobili dopo ripetuti avvertimenti). Un dosaggio maggiore e incontrollato potrebbe comportare l’aumento di peso e altri problemi ad esso annessi.

Acqua leggera o calcarea?

Il gatto deve avere sempre a disposizione una ciotola di acqua fresca e pulita per non incorrere nella disidratazione. In media, un esemplare deve bere tra i 25 e i 30 ml di acqua per ogni chilogrammo di peso, per cui un norvegese delle foreste di 5 chili avrà bisogno di circa 150 ml al giorno.

Può sembrare una banalità, ma la migliore acqua per un felino è quella che il corpo ritiene buona, inodore e dall’ottimo sapore. Il residuo fisso può condizionarne il gusto, rendendola particolarmente sgradevole e infastidendo le papille gustative. L’acqua con un’elevata concentrazione di magnesio e calcio, inoltre, può rivelarsi potenzialmente pericolosa per i gatti (e per qualsiasi altro animale domestico), in quanto potrebbe favorire la formazione di fastidiosi e dolorosi calcoli alle vie urinarie che nei casi più gravi richiedono l’intervento chirurgico.

La miglior opzione da offrire al proprio animale domestico è un’acqua fresca, leggera, limpida e trasparente da utilizzare anche per la preparazione dei cibi realizzati in casa, in modo da non alterare il sapore degli alimenti.

Due gatti norvegesi che mangiano del cibo dalle loro ciotole

Alimentazione del gatto norvegese delle foreste: frequenza e dosi

Il gatto norvegese delle foreste è noto per la sua proverbiale vivacità (abbiamo già parlato approfonditamente del carattere del norvegese). Nonostante la mole, è un abile arrampicatore e acrobata, attività che richiedono un elevato dispendio di energie. L’esercizio fisico e il movimento inducono l’esemplare ad avere un grande appetito e a essere vorace. Ciò però ha effetti negativi sulla sua salute, per cui un’alimentazione non adeguatamente controllata potrebbe aumentare il rischio di obesità.

Quante volte deve mangiare un norvegese delle foreste e in quali dosi per mantenersi perfettamente in forma e sano? In realtà, la risposta è direttamente proporzionale alla taglia, all’età, al benessere generale dell’esemplare e allo stile di vita. Gli esperti suggeriscono di distribuire i pasti nel seguente modo:

• un gattino, di 8 settimane fino a 6 mesi, assimila i pasti più volte al giorno (3-4 al massimo) e ogni porzione non deve mai superare i 30 grammi;

dopo i 6 mesi, i pasti si riducono a 2 volte al giorno e le porzioni sono da 200 grammi ciascuna o poco più;

• compiuto un anno, il norvegese delle foreste dovrebbe mangiare una sola volta al giorno o tutt’al più al mattino e alla sera, consumando porzioni da 200 grammi ciascuna;

• un gatto adulto (superati i 7 anni) dovrà seguire il programma alimentare fornito dal veterinario di fiducia, che terrà conto delle condizioni generali dell’animale domestico e dello stile di vita.

Dieta Barf per gatti norvegesi delle foreste: sì o no?

La dieta Barf, acronimo di Bones And Raw Food (letteralmente ossa e cibo crudo), è un regime alimentare pensato per cani, gatti e altri piccoli animali domestici. Il consumo regolare di carne cruda e di ossa permette di ottenere un manto più lucido, morbido e folto, aumentare la salute dei denti che saranno più forti e puliti, nonché ridurre drasticamente il rischio di sovrappeso e dello sviluppo di patologie potenzialmente pericolose come il diabete, l’insufficienza renale e altre malattie metaboliche.

Questo regime alimentare viene contestato perché, secondo alcuni, potrebbe favorire lo squilibrio alimentare, aumentare i rischi di parassitosi e di perforazioni dell’intestino. In realtà, sempre più veterinari sostengono l’adeguatezza della dieta Barf, in quanto molto vicina all’alimentazione del gatto in natura.

Il passaggio da una dieta a base di cibo umido in scatola o in bustina a una più salutare e variegata richiede tempo, soprattutto se il gatto è adulto e ha sviluppato delle abitudini che fanno parte della sua routine quotidiana.

In genere si consiglia di rispettare le seguenti dosi:

15-20% ossa polpose (colli di pollo, ali di pollo, carcassa di quaglia o di coniglio);

44-58% carne bianca senza osso (petto di pollo, fesa di tacchino, spezzatino di manzo, di agnello, di anatra);

5-10% di pesce senza lische, perché ricco di Omega 3 (salmone, orate, sardine, sgombro);

15-20% cuore;

8-10% fegato;

4-6% altri organi.

Al menù è possibile aggiungere delle verdure cotte o crude, dell’uovo crudo intero, con o senza guscio, condendo il tutto con dell’olio di pesce. La dieta Barf è volta a imitare il più possibile l’approvvigionamento del predatore in natura. Il regime alimentare va seguito solo se il gatto è in perfette condizioni di salute, non ha evidenti problematiche ai denti, alle gengive o disturbi intestinali. In caso contrario, prima di intraprendere questa strada, si consiglia di consultare il veterinario di fiducia.

Conclusione

Il gatto norvegese delle foreste è un esemplare unico e affascinante. Un’adeguata alimentazione contribuirà a migliorare il suo stato di salute e ad aumentarne la longevità.

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