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Il gatto ha mangiato il cioccolato: come intervenire

Il gatto ha mangiato il cioccolato: come intervenire

Primo piano di un gatto norvegese nero

Nell’ambiente domestico capita spesso che i gatti entrino in contatto con sostanze per loro pericolose: una di queste è il cioccolato. Tale alimento è infatti molto tossico per i gatti, così come per i cani, al punto che l’ingestione di una quantità anche minima di cioccolato potrebbe costar loro la vita. Molto spesso le cause di intossicazione da cioccolato nei gatti non sono accidentali: non di rado infatti sono i padroni stessi a concedere ai propri amici a quattro zampe delle dolci ricompense, senza sapere che per loro sono dei veri e propri bocconi avvelenati.

Per quanto i gatti siano fisiologicamente poco interessati ai dolci, l’ingestione più o meno accidentale di cioccolato da parte dei felini domestici accade molto spesso: è quindi essenziale evitare di lasciare cibi contenenti cioccolato alla portata del proprio gatto e soprattutto redarguire i propri amici e i propri parenti sul non offrire per alcun motivo dei dolci contenenti cioccolato al vostro gatto, quando vengono a trovarvi.

Il gatto ha mangiato il cioccolato: perchè è pericoloso?

Il cioccolato è tossico per cani e gatti per via di due sostanze presenti all’interno del cacao: la caffeina, presente in piccola quantità, e la teobromina, un alcaloide dall’azione stimolante sul sistema nervoso centrale, dalla leggerissima azione vasodilatatrice. La teobromina è un composto nocivo anche per l’uomo, ma nel nostro organismo, il suo rapido metabolismo riduce al minimo la tossicità; al contrario, nel corpo del gatto, la teobromina viene processata molto lentamente, e per questo ha tutto il tempo di manifestare la propria azione tossica.

Oltre all’elevata tossicità di questa sostanza, ciò che va specificato è la sua letalità: è bene infatti sottolineare che non si tratta di un composto che determina una comune intossicazione alimentare, ma di una sostanza che, se ingerita in determinate quantità, può causare la morte del gatto. In particolare, minore è il peso del gatto e minore sarà la dose letale di teobromina, lo stesso vale per il cane.

Cioccolato al latte o fondente: qual è il più nocivo?

La teobromina è una sostanza che si trova nel cacao, e quindi sarà maggiormente presente all’interno del cioccolato fondente, che contiene una percentuale di cacao più elevata rispetto a quello al latte. Parlando di dosi, all’interno di una barretta da 100 grammi di cioccolato fondente, a seconda della percentuale di cacao, troveremo una quantità di teobromina che varia dai 600 milligrammi, sino anche quasi ai 2 grammi.

Considerando che, per un cane o un gatto di peso medio stimato attorno ai 10 kg, l’ingestione di due barrette di cioccolato fondente provocano già i sintomi tipici dell’intossicazione da teobromina. La dose letale è di 330 milligrammi per kg di peso. Il gatto norvegese delle foreste ha un peso medio di 6 kg, questo significa che la sua dose letale è di circa 1980 mg, per cui pressochè una barretta di cioccolato fondente.

Il mio gatto ha ingerito il cioccolato bianco: è ugualmente pericoloso?

Quello bianco è una varietà di cioccolato molto particolare, costituita da burro di cacao e non dal cacao in polvere: per questo esso sarà del tutto privo di teobromina e assolutamente innocuo per il gatto. Il consumo di questo tipo di alimenti da parte dei propri animali domestici va comunque evitato per l’alto contenuto di zuccheri presenti, che potrebbero sovreccitare l’animale rendendolo estremamente agitato e a tratti iperattivo.

In linea generale si consiglia sempre di evitare di dare al proprio gatto alimenti che non siano il loro cibo o i loro premietti, in modo da assicurarsi che abbiano un’alimentazione sana, corretta e bilanciata, e soprattutto che assumano la giusta quantità di sostanze nutritive previste nel loro fabbisogno giornaliero.

Intossicazione da cioccolato: effetti della teobromina sul gatto

I possibili sintomi da intossicazione da teobromina sono principalmente a carico dell’apparato gastroenterico e del sistema nervoso centrale. In particolare abbiamo manifestazioni gastriche come vomito e diarrea, e manifestazioni comportamentali come iperattività, e irrequietezza. I sintomi più gravi che normalmente fanno allarmare i proprietari sono tuttavia i tremori e le convulsioni, che di solito si presentano nell’animale come ultime evidenze prima del decesso.

La sintomatologia trova riscontro sia nei cani che nei gatti, ma va sottolineato che nei felini la degradazione e il metabolismo della teobromina sono ancora più lenti rispetto che nei cani: per questo nei gatti si avranno gli effetti peggiori. Inoltre, se il peso di un cane di taglia media è di 10 kg, il peso medio di un gatto arriva alla metà, con conseguente riduzione della dose tossica necessaria per la manifestazione della letalità della teobromina.

Un gatto norvegese nero disteso su un divano

Come evitare che il mio gatto mangi accidentalmente il cioccolato?

I gatti, a differenza degli altri mammiferi, appaiono decisamente disinteressati a cibi zuccherati, caramelle o dolci, cioccolato compreso. La ragione di questa avversione, non risiede semplicemente in una questione di “gusti”, ma trova spiegazione all’interno del DNA. Per comprendere la ragione di questo comportamento insolito da parte dei gatti, sono infatti stati condotti degli studi sulle papille gustative di questi felini, che in effetti appaiono distribuite in modo identico rispetto a tutti gli altri mammiferi.

Ciò che cambia a livello dei recettori gustativi dei gatti è assolutamente invisibile agli occhi, ma straordinario a livello molecolare: nei mammiferi, il gusto “dolce” viene percepito grazie a due recettori presenti a livello delle papille gustative, il T1R2 e il T1R3. Questi due recettori vengono sintetizzati da due geni differenti, e collaborano tra di loro per consentire la percezione dello zucchero. Nei gatti, uno di questi due recettori appare danneggiato, e quindi impedisce loro di sentire il gusto degli alimenti dolci.

Per questo, il gatto tenderà da sè ad ignorare il cioccolato, e un’eventuale ingestione dovrà essere considerata per lo più casuale. Se si è preoccupati che il proprio gatto possa accidentalmente ingerire del cioccolato, è bene scegliere dei premietti o dei croccantini che abbiano un colore che non ricordi quello del cioccolato: molti prodotti alimentari per gatti sono infatti di colore marrone, e i felini potrebbero confondere un cioccolatino o un quadratino di fondente lasciato in giro per casa, come uno dei loro premi succulenti. Un altro motivo per cui il gatto potrebbe ingerire del cioccolato, sta nell’offerta di alimenti da parte del proprietario o di altri componenti della famiglia: è fondamentale tenere sempre sotto controllo i bambini e spiegar loro che il cioccolato è veleno per il gatto (Il gatto norvegese e i bambini).

Il mio gatto ha ingerito cioccolato: quando allarmarsi

Come già accennato, ciò che davvero conta nelle intossicazioni da cioccolato, è la dose, per cui la quantità di cacao che il gatto ha assunto. Se ci si rende conto che il proprio amico a quattro zampe ha ingerito accidentalmente un piccolo cioccolatino al latte, tutto sommato si può rimanere tranquilli, facendo ben attenzione a controllare il proprio gatto e l’eventuale comparsa dei sintomi dell’intossicazione.

Diverso se il gatto ha ingerito un’intera barretta di cioccolato, oppure uno o più cioccolatini fondenti: valutando il peso del proprio gatto, si potrà facilmente comprendere se è in pericolo di vita, oppure no. In linea generale si consiglia comunque di avvisare immediatamente il veterinario e di monitorare il gatto in maniera piuttosto vigile, in modo da intervenire repentinamente qualora i sintomi comparissero all’improvviso oppure si aggravassero drasticamente.

Intossicazione da cioccolato: cosa fare?

Se il tuo gatto ha ingerito un’ingente quantità di cioccolato oppure presenta i sintomi dell’intossicazione, è assolutamente necessario portarlo dal veterinario immediatamente. Il medico potrà infatti gestire la situazione somministrando al vostro amico a quattro zampe un emetico che gli induca il vomito, in modo che si liberi della teobromina velocemente, prima che questa possa essere assorbita.

Essere tempestivi è fondamentale, in quanto, se si aspetta per un tempo eccessivo, la lavanda gastrica potrebbe non fare effetto: una volta che la teobromina entra nel circolo ematico, essa inizierà ad espletare la propria azione tossica sull’intero organismo, e intervenire potrebbe non essere più così semplice. È difficile che un gatto ingerisca spontaneamente una quantità letale di cioccolato, ma purtroppo non è un fenomeno infrequente, specialmente nei cuccioli o nei gatti lasciati soli in casa per troppe ore.

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