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Boli di pelo nel gatto: consigli, rimedi e raccomandazioni

Boli di pelo nel gatto: consigli, rimedi e raccomandazioni

Primo piano di un gatto norvegese dagli occhi verdi

Uno degli animali più belli che il mondo ospita è sicuramente il gatto norvegese delle foreste, ufficialmente denominato Norsk Skaugkatt, un felino per nulla recente ma che risulta essere uno degli animali da compagnia più antichi, già presenti dai tempi dei famosi vichinghi della Scandinavia.

Si tratta di un gatto non comune, uno dei più belli esteticamente parlando, nonché uno dei più nobili grazie al suo comportamento. Infatti, è molto dolce e carismatico, soprattutto con le famiglie e con i bambini, e assai curioso. In linea generale, il gatto norvegese delle foreste, o dei boschi, è idoneo a vivere in casa: ama giocare, arrampicarsi e ricevere coccole. Un felino capace di integrarsi facilmente con tutta la famiglia, permettendo all’umano di renderlo come suo compagno di vita grazie proprio all’atteggiamento e alla particolare bellezza estetica.

Da non confondere il gatto norvegese con il maine coon, un altro micio simile a quello trattato in questo articolo, poiché è dotato di un pelo abbastanza folto e di orecchie grandi. Il gatto norvegese, però, ha delle dimensioni molto più contenute, più sinuose, e la particolarità più interessante che li differenzia da tutti gli altri gatti è proprio il suo muso, ma non solo.

Le origini del norvegese

Il gatto norvegese delle foreste, come accennato, ha origini scandinave. I suoi antenati, infatti, risalgono all’epoca dei guerrieri norreni, i noti vichinghi, ed era considerato il loro gatto sacro, sempre vicino in ogni avventura, persino portato con loro sulla nave o messo dentro le case per proteggerle dai topi.

Il gatto norvegese viene inoltre citato in non poche leggende, poesie o brani, nonché raffigurato su dei quadri classici. Tra queste leggende si narra che Thor, il noto dio del tuono, dovesse dimostrare tutta la sua incredibile forza sollevando un Norsk Skaugkatt. Ancora, in un’altra leggenda si narra che questo animale discenda direttamente dagli elfi delle foreste, dato che con le sue zampe muscolose dai palmi grandi riesce a camminare senza alcuna difficoltà sulla neve, o a scendere dagli alberi atterrando a testa in giù (questo gli conferisce delle connotazioni quasi magiche).

Riconoscimenti ufficiali, citazioni e tutele

Il primo riconoscimento ufficiale di questa razza venne conferito nel lontanissimo 1599, quando un sacerdote della Danimarca, Peter Clausson Friis, studiò questa razza insieme a tante altre. In seguito, circa 236 anni dopo, nel 1835 il norvegese viene notato anche mediante una collezione di storie e canzoni tipiche della penisola scandinava, o, addirittura, in un quadro del 1910 da parte dell’artista Olaf Gulbransson, il quale lo immortalò direttamente nella sua autobiografia.

Passati alcuni secoli, il norvegese è andato sempre più ad incrociarsi con altre razze di gatti, risultando sempre più raro e a rischio estinzione. Infatti, proprio per evitare tutto ciò, il norvegese venne considerato come uno degli animali da proteggere (con priorità assoluta), vietando la sua esportazione al di fuori della Scandinavia. Nel 1973 venne poi dato inizio ad un programma di allevamento ufficiale e, due anni più tardi, nacque il Norsk Skogkattring (circolo dei Gatti delle Foreste Norvegesi impegnato nel recupero della razza).

In Italia, la prima sede di allevamento, nominata Valhalla, per questi norvegesi venne affidata ad Elena Scorta, la quale portò nel Bel Paese due esemplari nel 1988. Da allora sino ad oggi, e solo in alcune parti del mondo, la razza del norvegese viene preservata dandole maggiori cure e protezione, in modo da evitare un rischio estinzione.

Il carattere del norvegese

In termini di atteggiamenti, il norvegese è uno dei gatti più buoni e dolci in circolazione, risultando un fedele animale da compagnia, anche se a volte tende ad essere autonomo ed indipendente, instaurando comunque un bel rapporto col nucleo familiare e con i suoi bambini.

Si tratta di una specie intelligente, capace di adattarsi nei luoghi in cui vive molto senza difficoltà. È fondamentale che un gatto così abbia sempre a sua disposizione dei piccoli spazi presso cui arrampicarsi o giocare o degli oggetti per rifarsi le unghie.

Risulta un gatto vivace, che vuole essere sempre partecipe alle attività di casa, senza mai disturbare il padrone, dato che è molto silenzioso, ad eccezione dei cuccioli che, naturalmente, sono molto carismatici e giocherelloni, sicuramente ciò che più piace ad un bambino. Può adattarsi alla convivenza con altri animali, come un cane o altri tipi di gatto, dato che il suo punto di forza è proprio la socializzazione.

L’aspetto estetico del norvegese

Il norvegese è un gatto piuttosto grande, con delle zampe muscolose e un pelo folto (soprattutto la parte della criniera e della coda). La sua testa ha una forma curiosa; è triangolare e lunga e gli occhi possono essere gialli o verdi. Le orecchie sono abbastanza lunghe e tutte inclinate in avanti. Gli occhi hanno dimensioni ampie e, come già accennato, possono assumere una colorazione verde, verde-oro o oro, mentre (molto più raramente) bianco o blu.

Le zampe sono grandi con dei palmi piuttosto morbidi e importanti, utili per permettere a questo felino di saltare e arrampicarsi senza problemi o, molto più importante, camminare sulla neve e atterrare con dolcezza. La sua pelliccia è molto folta, tipica di questi gatti, i quali amano il freddo e vivere in territori dal clima mite, inoltre, può essere rossa, bianca, nera, crema, silver, oro e molto altro ancora.

Bellissimo gatto norvegese nero dagli occhi verdi

Monitorare la salute del norvegese

Chi alleva un norvegese o lo accudisce nella propria abitazione, la prima cosa che deve fare è riuscire ad integrarlo nel nuovo ambiente in modo graduale. Nel caso in cui lo si vuole adottare, è consigliato avere a disposizione una coperta o un giochino dell’allevatore in modo che il felino possa ancora sentire l’odore della sua vecchia casa, riuscendo, così, a sentirsi meno spaesato in quella nuova. Bisogna lasciare del tempo al micio di ambientarsi tra i luoghi della sua nuova abitazione, l’importante è farlo giocare con i bambini e, soprattutto, monitorare la sua salute costantemente. Infatti, tra i vari problemi che riguardano un gatto norvegese c’è proprio la questione dei boli di pelo.

I boli di pelo: un problema comune dei norvegesi

La lingua di questo animale è un organo davvero eccezionale, essendo ricoperto da protuberanze abbastanza ruvide, riesce a pulirsi in tutta facilità. Questo, però, molto spesso provoca un cumulo eccessivo di boli di pelo nella sua bocca, poiché tale operazione funziona soltanto verso l’interno della cavità orale del gatto e non verso l’esterno. Il gatto, infatti, ingoia i boli di pelo, che gli causano vomito e creano la suddetta palla di pelo, anche comunemente chiamata hairball: la vera difficoltà sorge nel momento in cui il gatto non riesce a vomitarla a causa dei peli in eccesso nel suo stomaco.

I boli di pelo sono un vero e proprio tappo intestinale (stipsi), pertanto, se non trattati, possono procurare gastriti con necessità di intervenire in modo chirurgico.

Soluzioni e rimedi

Per evitare l’accumulo eccessivo di boli di pelo, è raccomandato dare al gatto la zucca, dato che contiene fibre essenziali per la regolarizzazione dell’intestino. Molte volte, però, non si hanno dei benefici e allora urge far controllare nell’immediato il norvegese direttamente da un veterinario, che saprà sicuramente quale terapia adottare. Un altro rimedio è la possibilità di far assumere al gatto delle paste granulose di malto che abbiano l’effetto desiderato di pulire delicatamente il suo esofago. Solitamente, queste paste vanno fatte assumere a tutti quei gatti che si ritrovano con una pelliccia molto folta e, nel caso in cui non le tollerino, è sempre possibile mischiarle al loro cibo.

Il gatto norvegese delle foreste è un animale molto particolare, ragion per cui è bene fornirgli una giusta alimentazione, fatta di carne, pesce e verdure, oltre che a non lasciarlo mai solo. Nel caso in cui il gatto voglia essere per un po’ di tempo indipendente, è opportuno lasciarlo fare, anche perché prima o poi sarà lui a trovare il modo di riavvicinarsi al padrone con affetto.

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