Il gatto Norvegese delle Foreste è noto per la sua straordinaria personalità, la bellezza e la morbidezza del manto folto e ispido. Originario della Scandinavia, ha sviluppato nel tempo un pelo spesso, denso e pesante per proteggersi dalle basse temperature tipiche della stagione invernale. La pelliccia muta di continuo, motivo per cui non di rado è possibile notare peli ovunque: sul divano, i tessuti, i mobili, i tappeti e per chi soffre di allergia è un vero e proprio incubo.
Ma può un esemplare di Norvegese delle Foreste fare la differenza? Rientra tra le razze feline anallergiche (o ipoallergiche) oppure no?
Allergia al pelo del gatto: di cosa si tratta
Attualmente, circa il 10% della popolazione italiana soffre di allergia al pelo dei gatti. Il termine, utilizzato in maniera impropria, indica una reazione alla Fel d1, una glicoproteina prodotta dalle ghiandole salivari, sebacce (della pelle), lacrimali e perianali. L’allergene, tuttavia, è presente in quantità maggiori nelle feci motivo per cui anche le lettiere polverose oppure profumate possono rappresentare un problema per gli individui sensibili.
Chi soffre di allergia al pelo del gatto in genere può sviluppare dei sintomi lievi come prurito agli occhi o naso che cola, oppure reazioni più serie quali occhi gonfi, orticaria o difficoltà di respirazione.
L’allergene, presente nella saliva e nelle ghiandole sebacee, si distribuisce in maniera uniforme su tutto il manto durante l’immancabile fase di pulizia quotidiana. La saliva asciugandosi fa in modo che la glicoproteina si volatilizzi, impregnando così l’ambiente circostante. Data la sua stabilità e facilità di trasporto, si deposita ovunque, compresi gli indumenti, il tessuto del divano, i tappeti e perfino i capelli, interessando anche aree della casa non frequentate dall’animale.
Secondo dati recenti, la glicoproteina Fel d1 non è la sola responsabile dell’allergia al gatto. Nell’intero processo intervengono anche altri allergeni secondari, tra cui la Fel d2 (albumina felina) e la Fel d4, ovvero la lipocalina felina causa del 25% dei casi di asma e di altre reazioni alle vie aeree superiori e inferiori. Pare tuttavia che tali manifestazioni possano ridursi se si è in presenza di cuccioli o di esemplari castrati. Questo perché la produzione della proteina Fel d1 è strettamente legata a una serie di ormoni, tra cui il testosterone e il progesterone (prodotto dalla femmina durante l’ovulazione e la gestazione). Ecco perché gli esemplari castrati o le gatte sterilizzate producono meno reazioni allergiche.
Il gatto Norvegese delle Foreste è davvero anallergico?
Attualmente le razze che sono considerate anallergiche sono:
• il Siberiano. Dal folto pelo e il carattere docile, è il compagno perfetto per chi intende instaurare un buon rapporto di complicità con il proprio gatto. Richiede lo spazzolamento continuo per evitare la formazione di antiestetici arruffamenti e fastidiosi nodi. La perdita del pelo, durante la muta, non rappresenta un problema per chi soffre di allergia. L’animale domestico secerne una bassissima quantità di glicoproteina Fel d1, garantendo una buona tollerabilità.
• Il Balinese. Affettuoso, affabile e nemico della solitudine, è considerato un gatto ipoallergenico. Come il Siberiano richiede lo spazzolamento frequente del manto affinché si mantenga sempre liscio e in ordine. Malgrado il pelo, produce livelli bassi di allergeni.
• Il Devon Rex. È un felino affettuoso che non richiede particolari attenzioni, fatta eccezione per le orecchie che producono una quantità considerevole di cerume. È il gatto anallergico per eccellenza. Dal manto corto, perde poco pelo e di conseguenza previene la diffusione della glicoproteina responsabile dell’allergia.
• Il Blu di Russia. Con un manto folto e a doppio strato, questo esemplare rientra nella classifica dei gatti anallergici grazie alle caratteristiche particolari del pelo e ai bassi livelli di secrezione della glicoproteina Fel d1. Il gatto è molto apprezzato anche dai non allergici per il suo carattere docile, la spiccata intelligenza, la lealtà verso il padrone e l’infinita dolcezza.
• Il Giavese. È un gatto dal pelo lungo e si contraddistingue dai suoi simili per il carattere indipendente. Il felino è consigliato per chi ama gli animali ma è obbligato a trascorrere molto tempo fuori casa a causa dei molti impegni, lavorativi e non. Anche in questo caso, le ghiandole salivari e sebacee producono bassissimi livelli di Fel d1, per cui è adatto a chi soffre di allergie.
• Il gatto Norvegese delle Foreste. Nonostante non sia stato ancora riconosciuto un animale domestico anallergico, produce meno glicoproteina Fel d1, motivo per cui in sua presenza è difficile che possano svilupparsi delle allergie, fatta eccezione per i soggetti fortemente sensibili.
Bisogna ricordare, però, che non tutte le persone reagiscono alla stessa maniera a contatto con il gatto o con il suo pelo, motivo per cui, si suggerisce di effettuare un test allergico recandosi presso un allevamento di felini prima di prenderne in adozione uno. In tal senso, il visitatore sensibile alla glicoproteina dovrà portare con sè, in forma precauzionale, tutti i farmaci di cui ha bisogno quali collirio, antistaminico e inalatore. In caso di contatto con l’animale è indispensabile rimuovere lo strato più superficiale dell’allergene, lavando bene le mani con acqua e sapone. La maggior parte delle reazioni allergiche, tuttavia, si verifica un quarto d’ora dopo l’esposizione, mentre quelle di tipo secondario richiedono un periodo molto più lungo.
D’altro canto, l’allevatore ha l’obbligo di preparare l’ambiente e renderlo sicuro per il visitatore, dedicandosi alla pulizia approfondita delle stanze, nonché delle lettiere (veicolo anch’esse di potenziali reazioni allergiche), dei tiragraffi e delle cucce imbottite. Ai soggetti in visita può essere consigliato di poggiare il viso per pochi minuti accanto a mamma gatta, in modo da osservare gli eventuali effetti. In genere, i disturbi si verificano a contatto con gli esemplari adulti e non con i gattini, in caso contrario, bisogna accertarsi che non si sia intolleranti al latte o alle uova.
Consigli per chi è allergico ma intende adottare un Norvegese delle Foreste
Chi intende adottare un gatto anallergico o ipoallergenico come il Norvegese delle Foreste non deve assolutamente privarsi di questa gioia. Prima di accoglierlo nel calore della propria casa è indispensabile provvedere alla sterilizzazione dell’esemplare (femmina o maschio), in quanto la pratica riduce ulteriormente la produzione di allergeni. Alcuni test scientifici hanno dimostrato che la femmina non più in grado di riprodursi è molto meno dannosa del maschio castrato.
Per prevenire lo sviluppo dell’allergia, si consiglia di inumidire un panno morbido con un prodotto specifico, prima di spazzolare il pelo dell’animale. Può essere utile sottoporre il gatto al bagnetto una volta al mese. Data la naturale avversione del gatto per l’acqua, è opportuno abituarlo gradualmente fin da cucciolo, rendendo la nuova routine meno traumatica possibile.
Cuccia (indipendentemente se imbottita o meno), coperte, spazzole e tiragraffi vanno lavati regolarmente. Qualsiasi ambiente frequentato dal felino va igienizzato in maniera regolare e approfondita, utilizzando prima un aspirapolvere con filtro e successivamente uno straccio intriso di un prodotto dalle proprietà disinfettanti.
Una particolare attenzione va rivolta alla lettiera. Meglio non acquistare modelli profumati o colorati e prediligere una composizione naturale, magari arricchita con del tè verde, utile per neutralizzare l’allergene Fel d1. Si consiglia di evitare di eseguire le operazioni di pulizia settimanale personalmente, affidando il compito a un altro membro della famiglia non sensibile al pelo dell’animale. Anche se le reazioni dovessero essere di lieve entità, è opportuno posizionare il contenitore lontano dagli ambienti destinati al riposo notturno e alla cucina: a tal proposito, una soluzione potrebbe essere il balcone o una stanza dedicata. In questo articolo approfondiamo l’argomento lettiera per gatti.
Conclusioni
Nonostante alcuni gatti risultino essere ipoallergenici o anallergici, si raccomanda sempre di richiedere dei test allergici agli allevatori prima di adottare un cucciolo o un gatto già adulto bisognoso di affetto e cure. In genere sono gratuite e non implicano alcun impegno (diffidare da chi chiede somme di denaro simboliche!). La prova ha una durata minima di un’ora e massima di due, il tempo necessario per innamorarsi di un gatto Norvegese delle Foreste.